Tre cose da sapere prima di fare un percorso Mindfullness

La Mindfullness è ormai considerata una pratica importantissima in molti approcci terapeutici, e se anche tu stai pensando di approcciarti a questo mondo, essere a conoscenza di queste tre cose ti sarà davvero utile per chiarirti le idee.

La Mindfullness non è una tecnica di rilassamento.

Innanzitutto non è una tecnica, che si può imparare solo con la teoria, ma una pratica, cioè bisogna praticarla per impararla davvero e per capirne i risvolti e il suo obbiettivo non è farci sentire più rilassati, anche se uno dei protocolli più rilevanti dal punto di vista scientifico è il MBSR- Riduzione dello stress basato sulla mindfullness. L’obbiettivo della Minfullness è prestare attenzione in maniera consapevole e non giudicante, al momento presente. In questo modo impariamo ad ancorare la nostra attenzione a ciò che sta succedendo qui e ora, dentro e fuori di noi, senza porci domande se ciò che sta accadendo sia giusto o sbagliato, ma semplicemente accogliendo ciò che è in maniera amorevole, perché anche l’esperienza più difficile fa parte dell’essere un essere umano. Il rilassamento è dato dalla capacità di mettere uno spazio tra sé e i propri pensieri, e di staccare la spina a quel rumore di fondo.

La Mindfullness non si pratica in maniera zen sul ciglio della montagna innevata. (Anzi). Anche se nasce dalla pratica buddista, negli ultimi 30 anni è stata studiata su basi scientifiche e attraverso studi di attivazione cerebrale. La pratica di oggi non ha niente a che vedere con contenuti religiosi o con particolari predisposizioni alla spiritualità. La Mindfullness può anche essere dinamica e praticata in ogni circostanza e spesso riguarda più un atteggiamento che un’attività specifica.

La Mindfullness non è “essere in pace con il mondo”. Mentre si pratica non ci sono obbiettivi se non stare con quello che c’è, quindi se c’è pace si sperimenta la pace, se c’è rabbia si sperimenta (non si agisce) l’emozione della rabbia, e così via… forse può sembrare troppo semplicistico, in realtà coltivare la presenza in ogni circostanza permette di avere libertà rispetto ai propri vissuti, anche quelli più difficili, senza dover ricorrere a strategie più o meno efficaci per regolare la proprie emozioni.

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